Non sarà un caso che come prima cosa del giorno vedo questo. Se riascoltiamo esattamente ogni parola ci si conferma a) come in Italia non cambi mai niente b) Mr De Curtis era un filosofo. E come tutte le persone veramente intelligenti faceva ridere per non piangere. Purtroppo c)vieni a sapere cose da vomito, gente che non teme la nemesi e il karma, che pensa di non lasciare traccia o che non si vengano a sapere le zozzate che fanno (con soldi pubblici, spesso). Caporali, che come diceva mio padre forse oggi siedono in prima fila e mangiano caviale (dalle nostre tasse) ma prima o poi una rasata de capelli in piazza non gliela leva nessuno. E passeranno alla Storia come fogna e fango. L’orrore siamo tutti noi, che stiamo zitti e pensiamo di poter salvare il nostro orticello senza avere capito, nei secoli, che un torto e una situazione ingiusta, prima o poi finisce per far male a chiunque, combattere per il principio significa combattere per tutti e quindi per se stessi. Noi siamo un Paese in cui si finge collettività per usare gli altri come numero di manovra, farsi i propri inciuci e il proprio Parco Giochi senza capire che in una situazione ingiusta, quando poi non servi più il calcio in culo te lo prendi anche tu e non puoi farci niente perché hai combattuto per un tozzo di pane presente e non per una regola che garantisca il futuro. Come pensiamo di poter mai salvarci dal baratro cui corriamo incontro almeno da un secolo
Mi sono svegliata con un bisogno rabbioso e disperato di agire la Vita come la conoscevamo. Vorrei sapere a quanti succede di ritrovarsi, in questi tempi, con la mente affollata di ricordi di viaggi, di luoghi, dello sporcarsi le mani, della folla da attraversare sentendosi soli ma intimamente rassicurati che un mondo ci fosse, intorno a noi. Anche dell’odio per la troppa gente ho ricordi come di elementi di inconsapevole felicità. Mi manca l’aeroporto e andare a vedere un posto mai visto ma soprattutto mi manca l’aeroporto di Helsinki e l’eccitazione di sapere che, ancora un’ora e avrei visto mamma, sorella, nipoti. Mi manca il rumore delle rotelle del trolley. Mi manca andare al cinema e litigare con uno che mi ha rubato il posto prenotato con cura. Mi manca il teatro e le luci che si spengono. Mi mancano infinitamente gli amici a cena, cucinare per loro, fare tardi chiacchierando sul balconcino.