“Io che non ho figli non posso parlare”

Quando una delle mie nipoti era piccola siamo andate a vedere “Dinosauri”, mia nipote è sempre stata particolarmente intelligente e curiosa, sopra la media (poi si è anche scoperto perché) e faceva domande scomode. Uscite da quel film era molto pensierosa e ad un certo punto mi ha chiesto: “Ma perché il protagonista ha voluto che il branco aspettasse i dinosauri vecchi e lenti mentre gli altri non volevano?” io ho risposto: “Ma perchè non è giusto, amore, lasciare i più deboli indietro, la civiltà in cui viviamo ha raggiunto il principio morale per cui non si lasciano indietro i più deboli”. Lì è entrata in gioco la sua intelligenza, lo dico non da zia fiera perché appunto ci sono ragioni specifiche per cui lei sia così, infatti è andata oltre la domanda, magari normale per una bambina di sette anni, e ha fatto un’associazione di idee che mi ha spiazzato.

“Ma se abbiamo visto quel documentario sugli elefanti che se ne vanno da una parte a morire per non rompere le scatole al branco, allora quei vecchi elefanti hanno torto?”

“No, è una loro scelta, sai…”

“Perché?”

“Perché rallentano il branco”.

Mi ha guardato in silenzio con gli occhi profondissimi che ha e ha detto:

“Non capisco.”

“Si fa, di sostenere i vecchi perché un giorno lo saremo anche noi.”

“Quindi è una cosa egoista.”

“Come egoista?”

“Perché pensiamo comunque a noi”.

Come spesso accade mi ha lasciato senza molte parole.

“Comunque tu come vuoi fare? Io farò come gli elefanti.”ha detto.

“Sì anche io farei così, per non disturbare” ho risposto sinceramente.

“E quindi?”

Giuro che è una reale conversazione fatta davanti ad un panino e delle patatine. La cito spesso in realtà riguardo la mente logica di mia nipote.

La verità vera è che vengo da una famiglia in cui ci si è sempre comportati come gli elefanti pur avendo per tutta la vita difeso i più deboli. Quando i deboli siamo noi cerchiamo di non rompere le scatole.

È personale.

La verità vera generale è che le nostre civiltà si sono evolute moralmente con l’idea di aver cura dei più deboli, sicuramente in gran parte probabilmente per proiezione, in quella forma egoismo di cui parlava mia nipote, togliendo la circostanza personale dei nostri diretti parenti e quindi la componente affettiva, si fa un po’ come premio per una vita di lavoro, un po’ come ringraziamento e risarcimento nel momento del passaggio generazionale.

Mi soffermo su questo ultimo concetto.

Ogni specie animale che viva in branco, tende ad avere il comportamento degli elefanti, alcune specie di primati tengono con sé gli esemplari anziani e se ne occupano, ma di sicuro ogni specie su questa Terra ha un obiettivo principale: crescete e moltiplicatevi. L’istinto naturale, quello – oltretutto – per cui noi siamo passati dalle caverne ad andare sulla Luna ed avere il telefonino, è basato sul principio della staffetta generazionale.

La generazione successiva è quella che conta, una famiglia funzionale, infatti, secondo la moderna psicologia, è quella che antepone bisogni, poi progetti di vita dei figli ai propri, una volta diventati genitori si abdica al primato delle esigenze, a meno che non si sia genitori narcisisti.

L’adagio per cui “si fa tutto per i figli” prevale persino in chi figli non ne ha, quando si tratta di adulti sani infatti si sa e si agisce sulla base di questo principio di appartenenza ampio e assoluto del genere umano e la sua Storia.

Noi viviamo in una società in cui questo principio viene sempre più tradito e violato. Non siamo una società per giovani da quando ero giovane io e sono felice di riconoscermi la coerenza per cui mi incazzavo allora (che potevo essere considerata di parte) quanto mi incazzo oggi per la disfunzionalità di una società in cui ci sono generazioni dal culo di pietra: rubano il lavoro ai giovani non schiodando da certe posizioni soprattutto di potere, se ne sbattono del mondo che lasciano a chi viene deridendo le istanze di giovani che chiedono di fare qualcosa per il futuro del pianeta che in cent’anni abbiamo massacrato (sentito con le mie orecchie: “e che mi frega che tra trent’anni non ci sta più acqua, tanto io so’morto”).

Ma va bene, nonostante abbiamo avuto generazioni egoiste e disfunzionali che dei loro nipoti se ne sbattono, noi restiamo quella società che non lascia indietro al punto di sacrificare i giovani (ancora una volta) per i vecchi, in questa situazione del Covid19.

Perché di questo si tratta al di là di ipocrisie e ridicoli concetti masticati da genitori quarantenni ipocondriaci che hanno paura per se stessi e fingono di farlo per i loro bambini.

L’informazione è chiara è incontrovertibile: ai bambini questo Virus non fa nulla, per i giovani è molto ma molto ma molto più probabile che muoiano per un incidente o una tegola in testa, la percentuale di chi è stato o sta molto male è tale che sappiamo bene, dato che abbiamo tutti avuto vent’anni, il rischio non varrebbe i domiciliari, senza una vita, amici e respirare l’aria. Quelli con malattia pregressa rischiano per qualunque infezione e può valere, persino per un giovane malato, il suddetto principio.

Bambini e giovani stanno sacrificandosi per i vecchi, e non gli è stato chiesto, come in altri Paesi, digressione necessaria: NON è vero che ovunque sia stato applicato il “modello Italia” come da questo articolo, https://www.wumingfoundation.com/giap/2020/03/modello-italia-coronavirus/

lo è stato solo nei Paesi con il nostro problema di inadeguatezza iniziale del servizio sanitario nazionale, dunque non è stato “chiesto” a bambini e giovani di tapparsi in casa come sacrificio umano per coprire le magagne di un sistema impreparato ma soprattutto per “salvare gli anziani e i deboli”.

Gli è stato imposto.

Gli è stato imposto chiedendo loro di fermarsi per non lasciare indietro e lo stanno facendo.

Avendo io studenti molto giovani che seguo con le lezioni da remoto, vedo che lo stanno facendo anche con grande spirito di sopportazione e generosità, seppur consapevoli che non sono loro quelli in pericolo.

Questo andrebbe lodato perché noi, mi ci metto pure io che non sono certo vecchia ma nemmeno giovane, si è “giovani” fino a 35 anni e dopo si è uomini, o donne che devono cominciare a far bilanci e prepararsi al fatto che dai 40, 50 cominciamo progressivamente ad essere ospiti in un mondo che ci dovrebbe aver dato le nostre chanches e che sta passando ai figli, chi viene dopo.

Siamo ospiti in un mondo loro, tanto che non esisterebbe il principio di emergenza per cui si salvano “prima le donne e i bambini” dove per donne si intendono le madri e chi può ancora esserlo, perché la metafora del nostro mondo dovrebbe essere quella sequenza di “Titanic” in cui i vecchietti si stringono nel letto mentre la nuova generazione tenta di salvarsi per creare un futuro.

Loro, i bambini e i giovani si sacrificano con un sacrificio che i quarantenni e oltre, soprattutto i sessanta/settantenni si ostinano a definire “risibile, non tanto tragico, puoi salvare il mondo stando in poltrona mentre un secolo fa andavano in guerra”, quest’ultimo un paragone agghiacciante costantemente e impropriamente utilizzato anche dai nostri politici: fosse una guerra si dovrebbero prevedere e accettare inevitabili perdite e allora avremmo dovuto dircelo da subito e lasciare crepare la gente senza tutto ‘sto casino.

NON è una guerra, è il contrario, qui si tenta di salvare tutti e si impone senza chiedere a chi non è a rischio di rinunciare a qualcosa che da bambini e da ragazzi è pesante, è chiedere molto. Il tempo per i bambini è diverso, i legami sociali per i ragazzi tutt’altra storia che per noi.

È un GROSSO sacrificio, ma da principio questi ragazzi li hanno insultati e sfottuti, colpevolizzati e criticati, perché non hanno colto, non hanno capito subito (anche perché informazione e politica sono passati da un capo all’altro degli eccessi in termini di comportamenti consigliati ma ovviamente la colpa era loro).

I bambini piccoli non escono da settimane, settimane! forse non ricordate l’infanzia, il tempo è lunghissimo.

Rompiamo le palle ogni secondo perché non devono stare davanti a TV e tablet, che devono stare all’aria aperta, adesso siamo pronti a sacrificarne felicità ed equilibrio psicologico fingendo che sia per nonno in realtà per la nostra pellaccia da quarantenni ipocondriaci e con la più squallida delle scuse: non potete dire che temete si ammalino loro, non c’è UN SINGOLO caso di bambino che si sia ammalato con sintomi più gravi di un’influenza e questo lo dicono OGNI GIORNO. Tanto che come avrete letto dall’articolo di cui ho messo sopra il link, gli altri Paesi raccomandano che i bambini stiano un minimo fuori.

Il governo italiano ventila che si potrebbe far vedere la luce del sole ai minori e succede questo .https://www.huffingtonpost.it/entry/insulti-ai-bambini-in-strada-dai-balconi-i-genitori-ci-urlano-di-tutto-abbiamo-paura_it_5e84a228c5b6a1bb76511180?ncid=fcbklnkithpmg00000001&ref=fbph&fbclid=IwAR2Y1gPOzUKqrjCPvz5VsUsvJ_Fj6dI25hqiwBJvYt1eIS2tX8hImwnuCew

Vi prego di cliccare e leggere l’articolo.

Insultano, ‘sti catorci della società seduti da pessimi ospiti nel mondo altrui, una bambina rea di essere per strada con la madre. La bambina dice che ha paura ad uscire.

Il danno fatto a bambini che debbano vedersi insultare da catorci inutili e parassiti dell’ossigeno del pianeta quali questi cosi, che nemmeno definisco forme di vita, è un danno enorme.

La paura e la sfiducia che si saranno create dentro quella bambina hanno gettato un’ombra dentro di lei, che è padrona del futuro della nostra specie, che è imperdonabile, punibile con la galera a vita.

Non vi dovete permettere, e lo dico da donna senza figli e che non dovrebbe capire ma mi pare che io abbia a cuore i figli degli altri spesso con più lungimiranza di alcuni genitori egoisti e narcisisti, non vi dovete permettere di insultare i bambini e i ragazzi perché siete ospiti, spesso inadeguati, spesso falliti, spesso non avete saputo cogliere le vostre chanches, spesso invece vi sono state rubate da vecchi avidi ed egocentrici che hanno continuato a controllare tutto anche da dentro un polmone d’acciaio, gente senza amore per l’Umanità e anzi carica d’odio e invidia verso i giovani. Se appunto magari è proprio questo che vi ha reso a vostra volta acidi, cattivi e patologicamente egocentrici (una delle ragioni dell’ipocondria) allora a maggior ragione abbiate un minimo di amor proprio e non permettetevi, anzi scusatevi con questa nuova generazione che non fa altro che pagare l’infantile inadeguatezza dei suoi vecchi.

Gli si è tolto tutto, la speranza del lavoro, di farsi una famiglia, il pianeta su cui devono costruire la prossima tappa della nostra specie. Adesso anche l’aria e persino per pretesa, senza vergogna. Non permettetevi più sennò questo momento storico sarà inevitabilmente quello in cui dovremo prendere atto che questa morale non funziona e sarà meglio agire come gli elefanti.

Pubblicato da anneriittaciccone

osservatrice conto terzi

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