L’equivoco del #successo

Sempre sull’ossessione della fama e l’equivoco del successo.

Chi decide di dedicare la sua vita a qualcosa di complesso e totalizzante come il prestarsi ad una forma d’arte, e lo fa in vista dell’essere un giorno “ricchi e famosi”, a mio avviso parte malissimo.

Prestare la propria intera vita, (dato che ogni mestiere legato alla creatività è un legame diabolico e una vocazione che non fa sconti) ad una vocazione ha il suo senso nella fatica stessa e nel percepirsi come uno strumento, nella rabbia e nel piacere del personale miglioramento, nell’umiltà quando si dà al mondo il prodotto finito e si sa che il mondo ha il diritto di farlo a pezzi ma tu, mentre lavori sei solissimo, merito e colpe sono solo tuoi.

Il merito tentano tutti di espropiartelo, le colpe sono tutte tue, questo lo sai e lo accetti.

A me irrita quando la gente stolta la mette sul piano di fama e successo, perché oggi come oggi significa metterla sul piano della foto 2: essere famosi per essere famosi, che tutti ti conoscano e, attenzione, che pur ti odino e insultino ma il dio algoritmo ti benedice famoso purché se ne parli.

Non è nemmeno questione d’essere amati, o bravi in qualcosa ma essere famosi.

Quindi, per l’Arte, oggi il “non essere famosi” sta diventando, speculativamente parlando, sintomo del fare bene e reale garanzia di eternità?

Il successo andrebbe inteso come forma del verbo succedere, nell’Arte: volevo realizzare quest’opera, è successo, riuscire a fare questo difficilissimo passo per cui ho buttato sangue, è successo.

Quel per cui tutti quelli che perseguono la fama è e rimane come sempre la paura atroce della morte e dell’oblio ed è umanamente tenerissimo il fatto che non ci si renda conto che niente ci salva dal Tempo implacabile, non certo il fatto che tutti ci conoscano e nemmeno forse un’opera che attraversa i secoli.

Quel che ha sempre irritato gli dèi e acceso la loro invidia rimane il fatto che non siamo immortali ma i nostri istanti di soddisfazione e la dignità dei pochissimi istanti di una piroetta che finalmente è riuscita per poi essere già pronti a sudare e farci male per il prossimo passo per la sola gioia degli spettatori e nient’altro pur sapendo che un giorno spariremo per sempre loro non sanno come ottenerli. È solo il saper di sparire per sempre e avere poco tempo che li rende veramente eterni.

Pubblicato da anneriittaciccone

osservatrice conto terzi

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