I demoni e Babbo Natale

Ho ostilità da sempre verso i cartoni animati, mi fanno una certa impressione, il fatto che ci siano delle figure che parlano e si muovono come fossero reali ma in realtà sono disegnate.

Così come non ho alcuna simpatia, come chi mi conosce sa, verso bambole e giocattoli.

Ho passato la vita a cercare di ricostruire dove possa essere il trauma che mi fa detestare tutti questi simboli e passioni dell’infanzia.

Mia madre una volta mi ha detto che forse è dovuto ad un cartone animato in bianco e nero che ho visto da piccola, e che ha detto mi aveva impressionato.

Invece ultimamente comincio a pensare che sia dovuto a un fattore di cui sono convinta, ho scoperto da un mio vecchio diario, da sempre.

Che dal punto di vista pedagogico, penso sia sbagliato e crudele crescere i bambini con la convinzione di un mondo protetto, difeso, colorato e posticcio. Personalmente, credo che in me possa essere scattato un qualche senso di tradimento rispetto a quegli stilemi di cui ti circondano da bambino.

Sono sempre stata convinta, anche nella vita adulta, che sia meglio essere molto chiari ed espliciti e prepararci sempre al peggio. Cosa di cui mi convinco sempre di più, osservando adesso, da adulta, tutta una generazione di bambini di cui ricordo l’infanzia, e di cui osservo il nevrotico egoismo, individualismo, rabbia feroce e spesso immotivata, aggressività e violenza perché il mondo non è il parco giochi personale che si aspettavano.

Forse, come avevo scritto in una mia tesina di pedagogia che riguardava i bambini in varie epoche, dovremmo cominciare ad essere più sinceri e realistici con i bambini. Saper distinguere più o meno da subito nei nostri racconti e rapporti con loro, ciò che fantasia e ciò che invece la realtà.

Più mi guardo intorno, più mi rendo conto che le persone più capaci di amore, di empatia, con reale comprensione di far parte di un Tutto, di capacità di percepire il proprio ruolo della rete di Indra, sono persone che hanno avuto un’infanzia più dura, o comunque con genitori che per certi versi li hanno “protetti“ meno seppellendoli in una sorta di mondo di Oz, prolungato spesso in modo inverosimile.

Tutta questa delicatezza, questo filtrare la realtà con un setaccio a maglie strettissime, secondo me non fa poi tutto questo bene all’adulto futuro e al ruolo che avrà per la società, ed è una convinzione ormai nettissima che ho maturato non tanto per gli studi che ho fatto, per l’osservazione.

Tutto questo per consigliarvi di essere subito molto chiari: Tesoro, Babbo Natale non esiste e noi non c’abbiamo un euro per i regali. Non sentitevi in colpa, almeno un domani non vi accopperanno di notte per averli illusi.

Pubblicato da anneriittaciccone

osservatrice conto terzi

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