Sto leggendo delle lettere scritte molti molti anni fa dalla donna che penso di aver più stimato in vita mia. Non posso dire di chi perché un giorno forse se ne saprà qualcosa ma insomma ho l’onore di poter leggere queste lettere private di una persona più che straordinaria. Di quelle che ammiri incondizionatamente, che hanno fatto la differenza nella Storia.
A parte che: che nostalgia, le lettere. Da piccola ho scritto infinità di lettere e ne aspettavo andando a vedere la cassetta con la speranza di vederci dentro la busta “par avion” che portava le parole croccanti di nonna, di papà, di amici.
E quindi lo step “uno” è stato ricordarmi in parte e invidiare per lo più, i tempi in cui si scrivevano le lettere.
Ma poi la cosa più bella e stupefacente è l’aver capito un paio di cose fondamentali che forse non saltano subito agli occhi e che penso abbiano contribuito a rendere eccezionale questa donna, che è stata giovane in anni difficili (parliamo del dopoguerra).
Alcune riguardano il suo essere “femmina”, alcune in sé e per sé.
– Non ha alcuna retorica né poggia mai l’accento né in negativo né in positivo sul suo essere donna. Lo dà per scontato e non se ne lamenta pur essendo una persona che ha vissuto una vita rivoluzionaria. Non pone l’accento sul fatto che lavori – e che lavori soprattutto con uomini – in un tempo in cui questo non era proprio normale. Non si autocompiace di tutto ciò, si limita a vivere e produrre cose bellissime, senza tra l’altro la finta modestia di non sapere che è brava.
– Non ha sensi di colpa. Ama, non ama, le stanno antipatiche delle persone, non le è piaciuto il lavoro di qualcuno, lo dice e non si scusa per i sentimenti che prova.
– Si alza tardi, lavora a letto, va a dormire tardi, pur amando di un amore tenerissimo i suoi figli piccoli, se li mette a letto con sé e scrive (e conoscendoli oggi, quei figli sono venuti su delle persone veramente straordinarie).
– Non è schiacciata da nessun ruolo e si legge con evidenza (e poi io so) che faceva bene tutto, dalla moglie alla madre alla grande professionista che era. Ma non se ne vanta, non ne analizza le ragioni e ribadisco: non ha sensi di colpa verso nessuno e non pare si lasci soggiogare da nessuno pur rimanendo sempre molto educata e ha rispetto verso tutti. Ha rispetto per le regole e per la società in cui vive pur riuscendo a vivere come vuole.
– Pensa sempre positivo. Sempre. È naturalmente allegra. Non c’è acqua in casa, l’energia è razionata, è preoccupata per i soldi, sta poco bene di salute: se ne racconta chiude con frasi come “anche questa passerà, stiamo allegri”.
Stiamo allegri, stiamo felici, e il ridere di situazioni che a leggerle tra le righe si capisce che devono essere state pesanti, è il basso costante delle sue lettere.
Sono entrata completamente in questa lettura e l’unica cosa che mi angoscia è pensare a quando finiranno. Per fortuna sono tipo seicento pagine e me le sto centellinando perché mi pare di vedermela intorno, questa incredibile donna che – visto che purtroppo la ho conosciuta poco di persona e non ho avuto il tempo di volerle bene se non idealmente – mi ha confermato il sospetto che il non lasciarsi scivolare nell’autocompiacimento di sé come persona, come genere o alcun tipo di appartenenza, non compiangersi, pensare positivo e non lasciarsi bloccare dai sensi di colpa, compongono l’essenza di una persona, una donna, veramente intelligente e incredibilmente generosa di bellezza, una spargitrice naturale di felicità e che poi ha infatti avuto un incredibile successo nella vita (cosa che al tempo di queste lettere non sospetta ma si capisce che, con molta serenità, non lo esclude). C’è un’energia speciale che trapela da ogni sua parola, ci sono passaggi che, a sua insaputa, sono meglio di qualunque manifesto, a leggerli con il senno di poi si comprende che la vita che avrebbe avuto, era inevitabile.
Appena potrò, ne saprete. Intanto, invidiatemi.