Mia madre, come tutte le madri, ha conservato un’infinità di cose di quando mia sorella e io eravamo piccole, tra questa infinità di cose ovviamente ha conservato i nostri temi della scuola.
Ogni tanto, quando la vado a trovare, mi propone di portarmi via qualcosa, tipo l’album in cui ha raccolto cose dei miei primi giorni, dal ciuffetto di capelli all’impronta delle mani, cose così. Ma io preferisco di no perché mentre lei è ordinata, io per niente, e siccome non ho fatto che traslocare continuamente negli ultimi vent’anni, mi fa paura l’idea di perdere qualcosa che lei ha conservato con amore.
Ma due quaderni dei temi ce li ho. C’è quello con il celebre tema “cosa farai da grande” in cui a nove anni dicevo che avrei “fatto i film” per due ragioni, cioè che – amando molto il cinema – volevo fare film che finissero bene e non tristi, e poi per fare molti soldi e comprare una casa a mia madre (mostrando in questo tutto l’ingenuità di una bambina).
L’altro giorno tentando di trovare una cosa – statisticamente passo tre quarti della mia vita cercando qualcosa che non so dove ho cacciato – ho trovato l’altro quaderno, questo di terza elementare, e c’era un tema che mi ha fatto riflettere.
Descrivi la tua casa.
Io ho scritto così:
La mia casa è in via … (indirizzo, piano). È composta di cinque stanze. Entrando c’è l’ingresso, abbastanza grande, a destra una stanza dove c’è lo studio di papà, a sinistra c’è il salotto, dove abbiamo anche la stanza da pranzo.
Andando avanti per il corridoio a destra ci sono prima la cucina, non tanto grande, poi il bagno, con la vasca. Non funziona lo sciacquone quindi usiamo il secchio ma papà ha detto che lo aggiustiamo presto. Poi ci sono la nostra stanza (mia e di mia sorella) e di fronte la stanza dei miei genitori, che è abbastanza grande.
A terra ci sono le mattonelle in tutta la casa. C’è molta luce. Le pareti hanno colori vivaci perché a mia madre piace dipingerle spesso.
Fine del tema.
Ho quindi compreso, dall’arguzia con cui avevo capito cosa mi venisse richiesto, che probabilmente piuttosto che la regista avrei dovuto fare l’agente immobiliare.