lettera a babbo natale 2.0 (ovvero, un incubo prima di natale)

Caro Babbo Natale,

premetto che non sono troppo offesa per le sòle che mi hai tirato negli ultimi anni. Se non ti va di ricevere lettere con richieste di Natale come è credenza popolare che sia d’uopo per questa festività, ti consiglio però di indire una conferenza stampa e comunicare che non sei più in attività così da evitare fatica e delusioni a grandi e soprattutto piccini.

Ti avevo già perdonato anni fa per i giocattoli mai ricevuti da bambina, e non aggiungo l’elenco di delusioni che ho accumulato negli anni, anche se – fiduciosa – non ho smesso di credere in te.

A latere ti avviso che ci sono fortissime correnti negazioniste che tentano di convincermi da quando avevo otto anni del fatto che tu non esisteresti. Ora, lo dico per te, la tua latitanza nell’esaudire i desideri natalizi della gente non gioca a tuo favore. Poi fai come ti pare. Non sono certo una bambina o un’allocca, so che non sei il personaggio melenso, perfettino e sempre sorridente che fanno vedere ai piccoli, lo so come sei davvero e che hai i tuoi problemi.

Però quest’anno comincio a pensare che un pochino lo fai apposta.

Lascia perdere questa cosa della fine del mondo il 21 dicembre, che quello capisco che potrebbe averti demotivato – in fondo, che ti organizzi a fare, se tre giorni prima del tuo viaggio annuale intorno al mondo, poi il mondo non c’è più, dici – però:

Perché se ti ho chiesto, io come tanti altri, di fare sparire Berlusconi dalla nostra scena politica, prima ci fai credere di averci finalmente una volta tanto fatto il dono, poi piglia e proprio sotto Natale ‘sto scherzetto?

Ora dico, una porta pazienza, non ricevi la villa con piscina, l’intero guardaroba Armani, una macchina da presa con tanto di lenti s4 complete,  un apriscatole che funzioni o un set di mollette per i panni che non si disperdano inspiegabilmente, ma questo

NO.

Questo proprio

NO.  nightmare-before-christmas

Non te lo perdono, non lo accetto, è cattiveria, ma di una cattiveria che se ti volevi inventare qualcos’altro per funestarci le feste a tutti, manco se avevi il quoziente intellettivo di quello che nel film lavava i cessi e poi completava cose difficilissime nella lavagna del cervellone dell’Università in cui lui puliva i cessi.

Se è uno scherzo, perché magari con la vecchiaia ti sei messo in testa di essere simpatico, allora sappi che

NON FA RIDERE.

A questo punto mi costringi a mettere da parte la piccola lista che pur pigramente avevo steso per le richieste di quest’anno, in cui con educazione avevo anche inserito la postilla che se per caso il mondo dovesse davvero finire il 21 dicembre la consideravo causa di forza maggiore accettabile per eventuale inadempienza.

Ho una sola richiesta cumulativa – e anche generosa e come tu mi insegni se uno è generoso è buono e se è buono DEVI riconoscergli il regalo – per favore fai un dono all’Italia:

fai venire una specie di illuminazione mistica a Silvio Berlusconi per cui senta l’irrefrenabile voglia di andare in un monastero, di qualunque fede esso sia, ma di quelli lontani, lontanissimi. Tipo, non so, un cucuzzo di montagna, senza comunicazioni, dove magari pratica il voto del silenzio, dove è felicissimo nelle sue meditazioni e vita parca con i suoi confraterniti, dove legge testi saggi, si fa una ragione di vecchiaia e morte, accoglie i viandanti col suo noto sorriso e compie lunghe e serene passeggiate in verdi foreste dove chiacchiera con l’amico passerotto (passerotto, maschile), con il fratello albero, medita sotto un grosso albero di fico (fico, maschile) e non torna MAI PIU’?

Io non voglio l’infelicità, la malattia e la morte di alcuno al mondo, ma che egli salvi la sua anima evidentemente accarezzata dalle forze del male, lo vorrei, voglio che egli sia felice ma LONTANO, LOONTAAANO da questo martoriato Paese.

Babbonatà, io te lo dico, sono stata di una pazienza ammirevole, però a ciascuno il suo lavoro: un regalo ti chiedo e so con certezza che siamo in tanti, tra l’altro risparmi: faresti meno viaggi, quest’anno.

UN REGALO PER TANTI ITALIANI.

Diversamente, essendo io anche mezza finlandese una parola sola: so dove abiti.

Se poi i Maya parlando di fine del mondo si riferissero a questo, riconosco che non è colpa tua e di fronte alla scomparsa del pianeta capisco che le chiacchiere stanno a zero. In tal caso, pazienza.

Sentitamente,

Tua Anne Riitta

Pubblicato da anneriittaciccone

osservatrice conto terzi

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