UOMINI CHE AMANO LE (LORO) DONNE (ovvero quanto uno sguardo può cambiare la percezione di qualcosa)

L’altro ieri ho pubblicato su facebook una foto che mi ha fatto Lorenzo, soprattutto come gioco con la mia amica Francesca  che aveva detto di aver molto amato una foto che lui mi ha fatto mentre dormivo, e che avevo pubblicato precedentemente. Lorenzo mi fa delle foto che amo molto perché a prescindere dal fatto che amo il suo sguardo sulle cose in sé e per sé, dalle foto che mi fa capisco come mi vede. Insomma, noi che lavoriamo con le immagini come minimo tendiamo a voler imbrigliare le cose e le persone come noi le vediamo. E credo che lui lo faccia in modo speciale.

La foto in questione era questa:

Commentando tra il serio e il giocoso con Francesca di quanto appunto un’immagine del genere racconti dello sguardo che ha su di te l’uomo che ti ama, abbiamo cominciato a riflettere seriamente sulla questione.

Quanto diversa sia un’immagine del genere dall’immagine generalizzata con cui il sistema ci ammorba, e che – nessuno potrà mai togliermi questa certezza – è alla base della mancanza di rispetto per la femmina da parte del maschio che sulla femmina fa violenza. Sia essa una sconosciuta presa per strada o in un portone, come fosse un fiore bello in un campo e che si strappa via solo perché lo si vuole; sia che essa sia la moglie, fidanzata, amante e che si considera una proprietà di cui si fa quel che si vuole. Ferire o umiliare una persona che si percepisce più debole per sentirsi più forte.

Se l’immagine, di cui poi molte donne cadono vittima per prime, è quella di una bambolona gonfiabile creata per il sesso e comunque stupida, con meno capacità, meno risorse, e dipendente dalle decisioni di un maschio seduto su un trono che la sceglie o meno, non c’è poi da stupirsi se certi uomini ci considerino delle cose, delle scimmiette ammaestrate che basta un po’ di shopping a fare felici, che parlano solo di scarpe, che passano il loro tempo a farsi belle, dove belle significa belle solo per loro e peraltro rispondenti a un modello unico. Cose di cui ho già parlato tempo fa, in un post dedicato a questo.

Ma la pubblicazione su fb di questa mia foto quotidiana e privata e i ragionamenti che ne sono seguiti con Francesca mi hanno fatto capire due cose: la prima,  che a vincere la battaglia per ribaltare l’immagine di cui sopra debbano essere gli uomini, gli uomini che amano le (loro) donne.

E la seconda, ugualmente complessa, che noi donne dobbiamo combattere per prime, in noi, non solo un’immagine falsata di noi stesse,  ma anche quella che crediamo sia l’immagine che piaccia agli uomini che amiamo (o vorremmo amare).

Pensate a quel che accade nella testa di una donna, davanti allo specchio o nelle chiacchiere in palestra. Accade quello che gli spot, i servizi sulle riviste femminili, l’immagine pubblica di certe donne di successo, ci mettono in testa.

Soprattutto quelle donne che sono concentrate sulla propria immagine e vivono facendo sforzi per piacere agli uomini e/o essere amate, temo siano vittime di un enorme equivoco.

Il target è: magrissime, che dimostrino sempre non più di ventitré anni, con un seno enorme ma con fianchi invisibili (cosa che sarebbe un po’ strana in natura) una bocca gigantesca, vade retro persino la più piccola ruga d’espressione…

Certo, dipende che uomini. Soprattutto in Italia, se pensiamo a quello cui abbiamo assistito negli ultimi anni e cosa questi uomini dicessero delle donne, tutto torna. Quelli non sono uomini che amano le donne, sono degli idioti senza cervello innamorati di se stessi, con un’idea posticcia e volgare di bellezza, e che pur di questa idea di bellezza vogliono solo servirsi e nutrirsi di giovinezza pensando di sfuggire così alla morte.

Forse, ecco, a combattere quel modello lì dobbiamo sì essere noi donne ritrovando amore e rispetto per noi stesse, ma anche e di più gli uomini con il cervello, che sono quelli che le donne le amano e le rispettano. E che per fortuna sono tanti.

Agli uomini che amano le donne non piacciono quei modelli.

Interrogando i nostri uomini – o un qualunque uomo sano di mente – scopriremo che ci sono quelli che amano il chilo in più piuttosto che quello in meno, che adorano le rughette intorno agli occhi e le trovano sensuali, che detestano il silicone, e notizia delle notizie, gli uomini liberi di mente, parlando della famigerata ritenzione idrica (che se diventa cellulite ormai siamo consapevoli che si tratta di una vera e propria malattia),  o se ne fregano o manco se ne accorgono.

Perché quando una donna è in spiaggia col proprio uomo e dice di una tizia seduta più in là “Guarda poverina, la cellulite?” e lui risponde “Che cellulite?” magari aggiungendo che trova che abbia un bel sedere, perché quella donna non si fa delle domande sullo stress con cui fissa autisticamente una magari microscopica fossetta sulla coscia vedendola come fosse la fine della fine? Perché non pensa ai complessi con cui vive il pancino morbido, o alle urla davanti a una ruga, convinta che sarà per quello che lui non ti amerà più, ti lascerà, fuggirà con una di quelle ragazze sulle riviste patinate sdraiata sugli scogli tutta lucida e lo sguardo sognante? Perché ci sono donne che vivono in questa specie di folle competizione, inseguendo un’immagine di sé grottesca e irreale, senza amarsi e senza rendersi perciò di quali sarebbero le ragioni che le renderebbero davvero amabili? (credo che nessuno, uomo o donna che sia, potrebbe mai davvero amare qualcuno che non ha rispetto di sé).

Credo che la risposta sia: perché abbiamo totalmente disimparato, nei decenni, a vederci con amore verso noi stesse per prima cosa e per seconda cosa si è finito per travisare totalmente cosa l’uomo che ci ama ami di noi, cosa abbia trovato e trova bello.

L’idea della bellezza, e la tenerezza con cui chi ci ama ci guarda non dovrebbe solo aumentare la nostra autostima o renderci grate, ma soprattutto farci riflettere su quanto questo sguardo sulle donne manchi troppo, nel mondo, rimandando solo immagini di manichini, come la Pris di Blade Runner, modella di piacere creata per l’intrattenimento degli uomini, che senza gli uomini e questa sua limitata funzione non avrebbe nemmeno ragione di esistere.

E insomma, sentiamo urgente la necessità di vedere piccoli gesti, momenti quotidiani, particolari apparentemente insignificanti delle donne che si amano e che, per quelli, sono amate e rispettate.

Pubblicato da anneriittaciccone

osservatrice conto terzi

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