LA QUARTA ETA’ (OVVERO UN CONTO E’ ESSERE ANZIANI, UN CONTO VECCHIO DI M….)

Sono una di quelle persone fortunate – in questo senso – che hanno avuto modo di conoscere almeno un bisnonno. Ovviamente bisnonna, visto che non è leggenda il fatto che quando una femmina di essere umano si mette in testa di campare, batte tutti i record. Possono darne tutte le giustificazioni scientifiche che vogliono, dire che questo accadeva di più un tempo perché le donne non fumavano, non bevevano alcool… Bullshit, è che le donne sono decisamente più

COCCIUTE,

e in molti casi di donne centenarie che ho visto o conosciuto, niente mi leva dalla testa che nella gara del vi sotterrerò tutti abbiamo la stessa ostinazione con cui a volte una sfida tra quindicenni riguardo la linea porta alle più estreme e tragiche conseguenze, o se decidiamo di vincere non è che vinciamo, stracciamo.

Ma non è questo il punto. Oggi ho pensato alla mia bisnonna, di cui ricordo molto poco se non che sia stata una delle prime cose che mi abbiano colpito al mondo in merito alle notorie sofferenze individuate dal Buddha. Insomma, per una bambina tutto quel raggrinzimento e l’evasione generale alla domanda “Ma perchè pikku-mummu (bisnonna in finlandese, ndr) è così? Che ha?” ti danno da pensare.

“Amore, è vecchia”.

La vecchiaia in quanto decadimento è cosa triste e sbagliata. Vero è che siamo diventati 7 miliardi il 21 ottobre con la nascita (guarda-un-po’) di una bambina in Africa, e da qualche parte qualcuno dovrà pur andarsene e fare spazio, quindi non dico che non si debba morire, ma per forza uno deve diventare una specie di zampogna svuotata con l’occhio vitreo e rimbambito quasi quanto me al mattino presto? Non si può fare un’uscita alla All that jazz a 100 anni ma con un aspetto non imbarazzante?

Triste.

Ma un fenomeno che non capisco e vorrei invece capire è

IL VECCHIO ACIDO.

Ho dato disposizione ad amici e parenti di mettermi il cianuro nel brodo se una volta diventata una tartaruga con le manine tremanti – sempre se c’arrivo – faccio:

  1. Borbotto contro i giovani con la sportina della spesa solo perché ridono rumorosamente ad una fermata dell’autobus.

  2. Mi faccio un lifting tipo gattino tenuto su dal collo dalla mamma e/o labbrona da cernia.

    quando si perde il senso del ridicolo
  3. Sul bus borbotto “Eh, ma con ‘sti zaini!” se un poveraccio ha lo zaino. “Eh, ma ‘sti passeggini” quando una poveraccia di neo-mamma stanca e sudata sale con il suo bambino magari piangente sul bus e non vede l’ora di tornare a casa “Eh, ma con ‘sti corpi che occupano spazio!”

  4. Alzo i tergicristalli delle auto posteggiate sulle o in prossimità delle strisce pedonali. (trovo più violento questo gesto che quelli che, comunque mortacci loro, parcheggiano sulle strisce pedonali).

Invece ho una grande simpatia per quelli che ti attaccano bottone raccontandoti di loro in fila o sul bus o al mercato, perchè magari si sentono un po’ soli. Quelli potrei ascoltarli per ore (e purtroppo per i miei appuntamenti, a volte lo faccio) e devo dire che a volte ho una specie di insana simpatia per quelli che tentano di passarti avanti alle Poste facendo i vaghi.

Vivo in una zona con un’età media di circa 102 anni, quando sono arrivata qua, notando tutti questi capelli bianchi – e molti tergicristalli alzati – nonché la folla in chiesa a Messa (segnale fondamentale) ho detto a Lorenzo “Mah, speriamo, io ero abituata a stare in una zona popolare dove scendevo a fare la spesa in ciavatte” lui mi ha risposto “Qui se scendi in ciavatte pensano che sei una zingara e ti menano”, per cui porto ciabattine rigorosamente in casa, perchè sono per la non violenza. Però sono rimasta colpita da quante volte mi capiti il vecchio che ti aggredisce perché il tuo cane sta facendo la cacca (e tu sei lì pronto con la tua educata bustina per non lasciare traccia del suo passaggio) dicendo “Eh però, che schifo!” come se lui dissolvesse in margherite volanti il prodotto digestivo, e poi va via borbottando, le spalle curve, riuscendo persino a farmi pena. Mi è venuto in mente oggi vedendo su fb una mia amica virtuale che ha pubblicato un divieto al cacamento al cane, perchè ho pensato che a farlo deve essere stato il mio nemico giurato – egli è per me il gatto dei vicini per Snoopy – e mi fa sempre impressione per quanto sia pazzescamente vecchio, fuori e dentro. Ho concluso che un conto è essere anziani, alla fine della propria vita, la pelle trasparente e gli occhi persi dietro ai ricordi come pikku mummu, e un conto è essere vecchi.

io e il cane di ritorno dalla passeggiata dopo aver incontrato il vecchio

Pubblicato da anneriittaciccone

osservatrice conto terzi

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